Datato : 20 febbraio 2020

Altoparlante : Fulvio Limido

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Descrizione  dell'evento

L’ipertensione  arteriosa è un problema che colpisce in Italia in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne. Il 19% degli uomini e il 14% delle donne sono in una condizione di rischio.

Essa  non è una malattia di per sé ma aumenta il rischio di essere colpito da ictus cerebrale, infarto cardiaco, insufficienza renale ed altre malattie.

Secondo il consenso degli esperti, si ritiene che il rischio cardiovascolare aumenti al punto di giustificare un intervento terapeutico, anche farmacologico, in presenza di valori di pressione pari o superiori a 140 mm Hg per quanto riguarda la pressione sistolica (la “massima”) e/o pari o superiori a 90 mm Hg per quanto riguarda la pressione diastolica (la “minima”). Valori pressori compresi tra 140/90 e 160/100 sono definiti ipertensione arteriosa di grado 1, tra 160/100 e 180/110 si parla di ipertensione arteriosa di grado 2 e, oltre i valori di 180/110, si parla di ipertensione arteriosa di grado 3.

QUALI LE CAUSE?

Le forme di ipertensione arteriosa in cui è possibile dimostrare una causa precisa, cioè organica, legata a specifiche malattie di un organo, sono definite “secondarie”. In molti casi la causa di ipertensione è una malattia del rene, Talora sono in gioco malattie dell’apparato endocrino, in particolare affezioni delle ghiandole surrenali ,In altri casi ancora la causa dell’ipertensione è ascrivibile a restringimenti localizzati delle arterie

Comunque, solo in un paziente iperteso su venti (circa il 5%) è possibile individuare una causa specifica dell’ipertensione: nella grande maggioranza dei casi, invece, gli accertamenti diagnostici utilizzati più comunemente non evidenziano alcuna malattia che possa essere considerata responsabile dell’ipertensione.

In questi pazienti, il rialzo pressorio è verosimilmente provocato dal funzionamento difettoso dei meccanismi che hanno il compito di mantenere in equilibrio i valori pressori.

In questi casi, l’ipertensione arteriosa viene definita “essenziale” o “primaria” o “idiopatica”, tutti termini che cercano di rendere meno evidente la incapacità di definire con esattezza i meccanismi che hanno causato l’aumento pressorio.

E’ IN QUESTI CASI CHE SI INSERISCE IL DISCORSO DELLA PREVENZIONE E DEI CAMBIAMENTI DI STILE DI VITA CHE INCIDONO PREPOTENTEMENTE SULLA PATOLOGIA E SULLA TERAPIA. E’ PROPRIO SULLA PREVENZIONE E SULL’ALIMENTAZIONE CON L’USO DI INTEGRATORI MIRATI CHE POSSIAMO INCIDERE SOPRATTUTTO SU QUELLA CHE DEFINIAMO INFIAMMAZIONE CRONICA DI BASE CHE A NOSTRO AVVISO RACCHIUDE LE CAUSE VERE DELL’IPERTENSIONE ESSENZIALE .

COSI’ DICASI PER IL GLAUCOMA

Il glaucoma è una patologia che colpisce il nervo ottico e che, se non presa tempestivamente e trattata, può portare addirittura alla cecità. E’ UNA malattia a carico degli occhi associata all’aumento di pressione endoculare, molto diffusa nel mondo e seconda causa di cecità irreversibile. Se non presa per tempo, infatti, questa patologia che colpisce il nervo ottico può portare a gravi conseguenze come l’ipovisione e appunto la perdita totale della vista.

UNO DEI FATTORI DI RISCHIO è PROPRIO L’IPERTENSIONE ARTERIOSA OLTRE AL DIABETE E UN USO PROLUNGATO DI FARMACI. La prevenzione del glaucoma è un’arma molto importante che abbiamo a nostra disposizione per tenere lontana questa malattia di cui non sempre ci si accorge per tempo. 

Un’interessante ricerca di qualche anno fa ha voluto analizzare il rapporto tra glaucoma e alimentazione, valutando se esiste una dieta giusta che possa essere d’aiuto in fase preventiva ma anche per alleviare i sintomi.

Quali sono dunque i cibi consigliati? Gli esperti spagnoli che si sono occupati dello studio mettono al primo posto frutta, verdura e cioccolato ma anche bevande come caffè, tè e vino rosso, tutte ricche di sostanze antiossidanti benefiche per la salute della retina. Gli esperti suggeriscono di scegliere alimenti non solo antiossidanti ma anche che contengano retinolo, vitamina B1 e Omega 3.

Parleremo del problema e anche di integrazione specifica che possa aiutare a migliorare il quadro patologico di questa patologia.